“Dopo aver assistito ai “furbetti del bonus”, ovvero ai parlamentari titolari di partita Iva per attività private che avevano richiesto accesso agli aiuti destinati dal Governo, ci auguriamo un rifinanziamento e una correzione del bando regionale “Start”, destinato in Puglia ai titolari di partite Iva e co.co.co. onesti”. E’ quanto chiede in una nota l’Associazione della Stampa di Puglia, dopo aver sollecitato sul tema gli alti dirigenti della Regione all’indomani dell’avvio del bando regionale, che destina 2mila euro per ciascuno dei liberi professionisti pugliesi titolari di partita Iva.
“Già il 15 luglio scorso, all’apertura del bando, la Regione aveva registrato un vero e proprio record di richieste (circa 15mila in 24 ore) dalle differenti categorie professionali destinatarie del provvedimento. Poche le domande, purtroppo, dalla categoria dei giornalisti – sottolinea in una nota Assostampa Puglia – poiché il bando, (misura 3.1), prevede l’accesso ai benefici a tutti i titolari di partita Iva, anche iscritti alle casse previdenziali private, ma nel caso dei co.co.co. limita l’accesso agli iscritti alla gestione separata dell’Inps. Come noto, invece, chiunque eserciti attività giornalistica è obbligato dalle norme a versare i relativi contributi alla gestione separata dell’Inpgi e, pertanto, tantissimi collaboratori di testate o liberi professionisti, titolari di contratto co.co.co. ma non di partita Iva, non hanno potuto accedere all’aiuto. Ricordando che la scadenza del bando è prevista per il 30 settembre, sino ad esaurimento dei 124 milioni destinati dalla Regione tramite riprogrammazione dei fondi comunitari, il sindacato dei giornalisti torna così a sollecitare gli uffici regionali, come già fatto lo scorso luglio, affinché vi sia, tramite opportuno rifinanziamento, l’allargamento della platea ai co.co.co. iscritti – per obbligo di legge – alle casse private.
“La maggior parte dei giornalisti precari in Puglia è destinataria di contratti co.co.co. e non è in possesso di partita Iva, la cui gestione prevede dei costi spesso difficili da sostenere, viste le magre retribuzioni riconosciute dalle testate giornalistiche ai collaboratori e la difficile situazione economica determinata dai mesi di lockdown. E’ dunque urgente e necessario – prosegue Assostampa – consentire anche a questa vasta platea di giornalisti, che rientrano nella soglia di reddito di 23mila euro annui previsti dal bando, di non rimanere esclusa: non si tratta di “furbetti”, ma di colleghi che in questi anni, sopportando sacrifici economici, hanno solo rispettato quanto previsto dalle norme professionali e statali”.