Vertenza “Gazzetta del Mezzogiorno”: arriva un’interrogazione in Consiglio regionale

“Sono ormai trascorsi 5 mesi dal collocamento in cassa integrazione a zero ore (7 gennaio 2024) di 46 giornalisti (di cui 10 giornalisti ex articolo 1, 22 giornalisti ex articolo 36 e 11 giornalisti ex articoli 2 e 12 del Contratto nazionale di lavoro giornalistico) occupati nelle sedi di Bari, Potenza, Taranto, Lecce, Andria e Foggia, mentre altri 4 giornalisti sono tuttora in via di prepensionamento”: esordisce così Ruggiero Mennea, capogruppo regionale di Azione, nella interrogazione urgente presentata alla presidente del Consiglio regionale pugliese, Loredana Capone.
“Tale decisione – prosegue Mennea – ha comportato un doloroso e drastico taglio dei livelli occupazionali dello storico quotidiano di Puglia e Basilicata fondato a Bari nel novembre del 1887, che ha avuto un evidente riflesso sulla copertura territoriale dei fatti e degli avvenimenti fino all’inizio dell’anno garantita in maniera approfondita e capillare dal giornale. La Gazzetta paradossalmente ha pure perso la leadership riguardo alle copie diffuse a Bari città”.
E poi: “Nel gennaio del 2024, pur esprimendo ‘soddisfazione per avere evitato i licenziamenti’, la Federazione nazionale della stampa sottolineava ‘il timore per il futuro della Gazzetta del Mezzogiorno: la proprietà, infatti, ha deciso di chiudere tutte le redazioni provinciali, accentrando i giornalisti a Bari, eliminando la propria presenza in Basilicata e mandando in edicola un’unica edizione, limitando l’offerta informativa nelle due regioni. Si procede, quindi, a tagli, non si investe per il rilancio del quotidiano e non si hanno certezze su cosa succederà dopo il 31 dicembre 2024 al termine della vigenza del piano di crisi'”.
“Sempre nello scorso gennaio – prosegue il capogruppo regionale di Azione – la Fnsi e le Associazioni di stampa di Puglia e Basilicata mettevano in evidenza con preoccupazione ‘le pesanti ricadute che si potrebbero avere sulla diffusione e sulla raccolta pubblicitaria, mettendo così a rischio la tenuta futura di tutto il giornale e mettendo ulteriormente a rischio i livelli occupazionali, con la contestuale eliminazione della copertura dell’informazione in due regioni del Sud Italia’”.
Ancora: “Nella risposta all’interrogazione presentata mercoledì 29 maggio scorso dal deputato Franco Mari in Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati, il sottosegretario al Lavoro del Governo Meloni, Claudio Durigon, ha affermato che ‘secondo i dati comunicati dalla Regione Puglia, oggi, le copie vendute dalla Gazzetta del Mezzogiorno sono meno di 4.500, in tutto, con evidenti conseguenze sulla tenuta dei conti della società e sulla occupazione dei giornalisti e dei poligrafici'”.
Mennea cita ancora le parole del sottosegretario Durigon: “La Regione Puglia ha fatto presente che si sono svolte delle sedute di monitoraggio dello stato di attuazione del piano aziendale e di gestione della Cassa integrazione straordinaria svoltesi il 19 gennaio e il 26 marzo 2024 (per i giornalisti) e il 30 gennaio 2024 (per i poligrafici). Il monitoraggio riguarda anche la corretta applicazione dell’articolo 5 dell’accordo ministeriale, in cui è prevista la rotazione della cassa integrazione e il rientro in attività dei giornalisti, delle sedi periferiche, attualmente fuori servizio, in caso di nuove necessità editoriali e/o a seguito della quiescenza di altri colleghi”. E poi: “La Regione Puglia, d’intesa con la regione Basilicata, continuerà a monitorare l’andamento della crisi per valutare altresì gli eventuali ulteriori strumenti straordinari di protezione del reddito e della contribuzione dei giornalisti e dei poligrafici posti in CIGS, atteso che l’attuale ammortizzatore sociale scadrà il 31 dicembre 2024”.
“Tutto ciò premesso ed evidenziato – conclude Mennea – chiedo di sapere quali iniziative la Regione Puglia intenda mettere in campo in vista del nuovo incontro di monitoraggio della vertenza Gazzetta del Mezzogiorno in programma alla fine di giugno”.