Un appello al Governo a emanare al più presto i decreti legislativi necessari per l’attuazione della riforma dell’editoria, approvata a inizio ottobre, in modo da poter rinnovare i Consigli nazionale e regionali dell’Ordine dei giornalisti, già scaduti, con le nuove regole. È quanto proposto oggi, nel corso di un incontro organizzato a Firenze, dalla maggioranza dei presidenti degli Ordini regionali dei giornalisti.
In base alla nuova legge, è stato ricordato, il Consiglio dell’Ordine non sarà più costituito da 73 pubblicisti e 71 professionisti, ma 40 professionisti e 20 pubblicisti. Come spiegato da Carlo Verna, ex consigliere Usigrai ed ex consigliere nazionale dell’Odg, tra i relatori dell’incontro, «il Consiglio nazionale e quelli regionali sono scaduti a maggio e sono stati prorogati fino al 31 dicembre perché era in arrivo questa norma che per operare effettivamente ha bisogno di un apposito decreto legislativo».
«Per quanto riguarda l’aspetto ordinistico – ha rilevato Verna – questo decreto deve essere fatto di concerto tra i ministeri dell’Economia, del Lavoro e di Giustizia, sentito l’Ordine nazionale dei giornalisti. Servono dunque dei tempi tecnici ed è necessario che questi tempi siano coordinati con l’esigenza di procedere al rinnovo dei consigli».
Secondo Verna, inoltre, «il rischio è di far naufragare tutto il lavoro fatto fino ad ora. Se non ci si riuscisse, servirebbe una nuova proroga affinché i Consigli, nazionali e regionali, possano andare al voto insieme con le nuove regole».
Per la presidente dell’Ordine del Lazio, Paola Spadari, «questo è il primo provvedimento sull’editoria che consente all’Ordine dei giornalisti di voltare pagina per lavorare a favore della professione, ridisegnare l’accesso, e riconoscere i nuovi giornalismi. Per questo invitiamo il governo a fare presto, a presentare i decreti delegati di questa legge in modo che si possa andare a votare con i nuovi regolamenti e andare verso un Ordine nazionale nuovo, che imbocchi finalmente la strada riformista e porti alla riforma definitiva dei giornalisti, a servizio di questa professione e della deontologia».
In futuro, ha concluso la presidente Spadari, «l’approdo deve essere un elenco unico dei giornalisti e non più una divisione tra pubblicisti e professionisti, perché non ha senso».
Di «un ripensamento di tutti gli aspetti dell’Ordine, dall’accesso alla formazione» ha parlato anche il presidente dell’Ordine della Toscana, Carlo Bartoli. «Lo sforzo che ha visto una nutrita serie di presidenti degli ordini regionali – ha detto – è quello di avere un ordine che rispecchi la mutata realtà della professione. Il giornalismo è in grande evoluzione, non è più fatta di giornalisti di grandi testate e non possiamo più utilizzare schemi normativi e culturali di 40 anni. Se non lo facciamo rimaniamo tagliati fuori».
Il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Toscana ha poi avanzato la richiesta di prorogare la scadenza del ricongiungimento per accedere all’esame da professionisti, che scade alla fine di quest’anno. «Speriamo di coinvolgere anche altri ordini regionali. La legge Gonella sui giornalisti contiene principi importanti, ma è disegnata su una realtà che non c’è più. Dobbiamo dare la possibilità a chi svolge questa professione, a tempo pieno e in maniera esclusiva, di diventare professionista, indipendentemente dalla sua collocazione contrattuale».