L’Assemblea dei redattori della Gazzetta del Mezzogiorno esprime il proprio sconcerto per la decisione comunicata dall’Editore di voler procedere in tempi brevi alla chiusura delle redazioni di Matera e Brindisi e, successivamente, anche quella di Barletta. Sebbene tale chiusura riguardi soltanto l’abbandono delle mura e non anche delle pagine di informazione dedicate a quei territori, l’Assemblea ritiene che la rinuncia a un presidio fisico che faccia da punto di riferimento per le comunità interessate costituisca una decisione grave che mal si concilia con il ruolo e la storia di un quotidiano intento a celebrare i suoi 130 anni di vita.
In aggiunta a ciò, la coincidenza delle celebrazioni per “Matera capitale” rende ancora più incomprensibili le strategie di un editore che ormai da anni sottopone la testata e i suoi lavoratori tutti a drastici tagli e sacrifici, che vengono accettati e affrontati solo per spirito di abnegazione al fine di garantire una corretta e capillare informazione ai Lettori.
I giornalisti della Gazzetta del Mezzogiorno hanno dovuto accettare pesanti piani di prepensionamenti tuttora in corso, oltre a corposi tagli delle retribuzioni, a fronte di piani di rilancio più volte sbandierati ma poi mai concretizzatisi e tutt’oggi continuano a lavorare con profondo senso di responsabilità a fronte di strategie che rendono il futuro della testata sempre più nebuloso.
Pur nella consapevolezza del momento drammatico che l’intera editoria italiana sta vivendo, non si riesce a comprendere come una politica orientata esclusivamente ai tagli e al contenimento della spesa possa rivelarsi vincente. I giornalisti della Gazzetta si considerano una risorsa per una testata che ha contribuito a costruire oltre che a raccontare la storia del Mezzogiorno e alla quale sono orgogliosi di appartenere. Non possono pertanto accettare di essere considerati come semplici numeri o, peggio ancora, come dei costi da tagliare depotenziando gli organici e le possibilità professionali dei singoli redattori.
Né le poche assunzioni obbligatorie in itinere possono essere considerate come una forma di investimento sufficiente. Gli esigui nuovi ingressi annunciati, peraltro, vengono destinati a un settore, quello del multimediale, sul quale non vi è al momento alcun progetto né relativa organizzazione del lavoro. Scelte, queste, a discapito dei precari storici e dei tanti collaboratori che quotidianamente lavorano per il nostro giornale.
I giornalisti della Gazzetta ribadiscono che la testata è un prezioso patrimonio dell’intero territorio, delle comunità di Puglia e Basilicata, dei lettori ai quali è rivolto il quotidiano sacrificio di tutte le redazioni. Fanno pertanto appello anche alla Direzione affinché non deroghi mai al proprio ruolo di garante della autonomia della redazione e della qualità del prodotto giornale. Contestualmente, dichiarano lo stato di agitazione.
L’Assemblea dei giornalisti della Gazzetta