Ancora una volta gli amministratori giudiziari nominati dal Tribunale di Catania lo scorso 24 settembre, a seguito del sequestro finalizzato a confisca delle quote dell’editore Mario Ciancio Sanfilippo, hanno confermato la superficialità e il disinteresse con i quali gestiscono da ormai sette mesi la “Gazzetta del Mezzogiorno”, non presentandosi oggi alla convocazione presso la Task Force della Regione Puglia e non preoccupandosi neanche di avvisare della loro assenza.
Non solo sono state ignorate le più elementari regole delle relazioni con le parti sociali, i sindacati regionali e nazionali chiamati a svolgere il difficile compito di tutela dei posti di lavoro e di salvaguardia del giornale, ma addirittura non è stata ritenuta degna di considerazione, neppure con un semplice avviso, un’istituzione quale la Regione Puglia.
Gli amministratori giudiziari, nominati dal Tribunale di Catania, quindi da un organo dello Stato, dovrebbero invece avvertire il dovere della leale collaborazione con un’istituzione, la Regione, così come prevedono i dettami costituzionali. Senza dimenticare l’impegno diretto manifestato dallo stesso Governatore, sceso in campo in prima persona nella Task Force per individuare una possibile via d’uscita dal pantano cui sembra condannato il principale quotidiano della Puglia e Basilicata
“Non vorremmo che dietro questa latitanza degli interlocutori preposti, oltre che dietro le mancate risposte di questi mesi a tutte le istanze inviate dalle rappresentanze sindacali dei giornalisti – dicono il segretario generale della Fnsi Raffaele Lorusso e il presidente Assostampa Puglia Bepi Martellotta– si nasconda la volontà di orientare la cessione del giornale, che ha accompagnato per 131 anni la storia di due regioni, a soggetti occulti, pronti ad acquisirlo previa riduzione dei costi e dei posti di lavoro. Se così fosse, troverebbero conferma i sospetti, finora rimasti tali, che l’obiettivo principale di tutta l’operazione sarebbe quello di tutelare l’estinzione dei debiti vantati dagli istituti di credito nei confronti della Edisud, dimenticando per strada i diritti dei giornalisti e il futuro della prestigiosa testata”.