E’ quanto meno curioso che l’azienda editoriale nella quale sono stati proclamati due giorni di sciopero dai giornalisti, fermando l’informazione primaria di tante testate editoriali che attendono notizie da Roma e dalle altre regioni sulla cronaca, politica, economia e esteri, sia operante nella capitale ma abbia sede legale a Bari, in Puglia.
E’ quanto sostengono l’Associazione della Stampa di Puglia e la Fnsi nel secondo giorno di sciopero dei giornalisti della Dire, l’Agenzia che ha annunciato il licenziamento collettivo di 15 giornalisti (e 13 poligrafici) pur aspirando al contributo statale che sarà erogato, a partire da gennaio 2024, dal Dipartimento Editoria di Palazzo Chigi per tutte le agenzie di informazione che rispettino i criteri della riforma varata nel Dpcm dell’11 luglio scorso.
La Dire, con sede della redazione a Roma, risulta infatti edita dalla società Com.e (Comunicazione e editoria srl), con 115 dipendenti e sede legale in via Brigata Regina 64 a Bari. Ebbene, nello stabile sito a Bari risultano esserci solo un garage nei locali semi-interrati e diversi appartamenti privati, tra i quali quello dell’unico soggetto non privato residente, ovvero l’agenzia di spedizioni Sailpost. Di sicuro vi sarà un locale adibito alla sede legale della società editoriali, ma è assai strano che un Agenzia di informazione che opera con tanto di redazione e lavoratori dipendenti a Roma abbia sede legale della società editrice a Bari, dove – invece – non risultano giornalisti dipendenti . Anzi, gli ultimi collaboratori che hanno prestato la loro opera per la società sono stati o licenziati – con vertenze ancora in corso – o si sono dimessi.
Ci auguriamo che tale, legittima, scelta dell’editore Stefano Valore di Villanueva da Castellon non sia finalizzata a percepire, parallelamente ai contributi pubblici destinati dallo Stato tramite il nuovo Dpcm, eventuali vantaggi fiscali previsti nelle regioni del Sud e, dunque, anche a Bari. Soprattutto invitiamo gli enti pubblici preposti, a cominciare dalla Regione Puglia fino a Palazzo Chigi, a vigilare sulle modalità societarie con le quali gli editori, percettori di finanziamenti regionali o statali, decidano le loro sedi legali e fiscali in luoghi diversi da quelli in cui esercitano l’attività per la quale percepiscono tali eventuali contributi, parametrati anche sul numero dei dipendenti in loco.
L’auspicio dell’Assostampa Puglia e della Fnsi è che l’editore ritiri il provvedimento di licenziamento collettivo, ripristinando l’agibilità dell’informazione e consentendo ai giornalisti di revocare lo sciopero per mantenere alta la qualità dell’informazione che la Dire ha garantito, tramite i suoi lavoratori, sin dal 1987. Il sindacato unitario dei giornalisti si augura, altresì, che tutte le società che operano nell’informazione abbiano responsabilità legale (dunque sede, registrazione in Tribunale e mail pec) là dove esercitano la loro attività prevalente tramite i propri dipendenti o, perlomeno, quella per la quale risultino percettori di finanziamenti pubblici. La libertà d’impresa va sempre tutelata, ma sarebbe auspicabile far coincidere la sede legale delle aziende che percepiscono fondi pubblici con la sede operativa delle stesse.