Terza vittoria giudiziaria per la cronista salentina Fabiana Pacella, componente il Consiglio direttivo Assostampa Puglia, finita sotto accusa per le sue inchieste giornalistiche sulle vicende collegate ai presunti illeciti commessi nel rinnovo, nel maggio del 2014, del consiglio di amministrazione della Banca di Credito Cooperativo di Terra d’Otranto.
Rigettando l’opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura, la giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce, Giulia Proto, ha disposto l’archiviazione della querela per diffamazione contro Pacella presentata nel 2018 da Giancarlo Mazzotta, all’epoca sindaco di Carmiano, Comune poi sciolto dal Consiglio dei ministri per condizionamenti da parte delle locali organizzazioni criminali.
Mazzotta accusava la giornalista, assistita dall’avvocato Giuseppe Fornari dello studio legale Fornari e Associati, di aver elaborato una vera e propria inchiesta diffamatoria nei suoi confronti attraverso alcuni articoli nei quali venivano evidenziati i legami fra l’ex sindaco e il clan locale e l’interesse del primo cittadino per l’acquisto di un terreno sequestrato dalle autorità e dato in concessione all’associazione Libera.
Ma dagli articoli pubblicati sulla testata online “Il tacco d’Italia” e su Facebook «non emerge alcuna condotta diffamatoria in quanto le notizie riportate dalla giornalista appaiono vere. In particolare – scrive la Gip – dagli esiti delle indagini svolte si è rilevato un effettivo rapporto di parentela tra Mazzotta ed alcuni esponenti della malavita leccese» e dunque «l’intento della giornalista di voler porre in evidenza tale legame non può essere considerato assolutamente diffamatorio, in quanto corrispondente al vero».
Quanto infine al terreno confiscato, «la giornalista ha riportato dati provenienti da atti di polizia giudiziaria», si legge nell’ordinanza con sui viene disposta l’archiviazione del procedimento per infondatezza della notizia di reato.
Soddisfatta la giornalista, che commenta: «Ho un processo ancora in corso sdoppiato in due differenti tribunali d’Italia. Allo stesso tempo non nascondo la mia preoccupazione per lo stato in cui versa la libertà di informazione nel nostro Paese, con una legge contro le querele bavaglio che langue da troppo tempo e che invece potrebbe garantire parziale ristoro, soprattutto morale, alle decine di giornalisti che ogni giorno portano avanti con onore la professione, spesso malpagati, sottopagati e oggetto di attacchi da parte di chi osteggia la verità».