«La sfida per il 2021 deve essere innanzitutto quella del lavoro. Non solo salvaguardare i livelli occupazionali, ma anche avere l’ambizione di creare nuovi posti di lavoro, nel senso di dare dignità a quel lavoro che oggi c’è e non viene riconosciuto». Così il segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, Raffaele Lorusso, a margine del consiglio direttivo dell’Associazione della Stampa Puglia. «Da questo punto di vista – aggiunge – occorre incentivare la lotta al precariato e, insieme con il governo, la definizione di una norma che possa garantire un equo compenso ai lavoratori autonomi. Sono temi già sul tavolo, che si stanno affrontando e che nel 2021 ci auguriamo di portare a compimento e di tradurre in atti concreti, per quanto difficile, considerata la situazione generale del Paese».
Il segretario Fnsi spiega poi che «attendiamo risposte da un parlamento e da un governo che fino ad oggi non si sono dimostrati molto attenti alle dinamiche del settore. Per iniziativa di una parte importante di questa maggioranza di governo – rileva – è stato impedito il congelamento del taglio ai contributi per il fondo dell’editoria ed è stato così inferto un colpo già nella legge di bilancio ai giornali in cooperativa, alle voci delle minoranze, ai settimanali diocesani. Ci sono poi una serie di misure che riguardano il settore e sono a costo zero, come la riforma del codice penale per la cancellazione della pena carceraria e la norma per contrastare le azioni per risarcimento danni temerarie, le cosiddette ‘querele bavaglio’: entrambe finite su un binario morto in parlamento per quanto non impattino assolutamente sul bilancio dello Stato. Questo la dice lunga sulla predisposizione delle forze politiche nei confronti del mondo dell’informazione italiana».
Infine, parlando della situazione dell’Inpgi, Lorusso ricorda che per dare stabilità e mettere in sicurezza l’Istituto «c’è un processo avviato dall’esecutivo con una norma inserita nella legge di bilancio che sarà approvata nelle prossime ore o nei prossimi giorni. Non è una norma sufficiente, ma rappresenta l’inizio di un percorso che deve puntare ad allargare la platea degli iscritti e di chi contribuisce con il lavoro giornalistico. È chiaro – conclude – che non può esserci previdenza se non c’è lavoro. La previdenza si alimenta attraverso i contributi di chi lavora, quindi se non si affronta il tema del lavoro difficilmente si potrà affrontare compiutamente, soprattutto in prospettiva, il tema della previdenza, anche se per l’Inpgi esiste un tema di attualità e di emergenza che è quello di mettere in sicurezza i conti dell’Ente e in questo il ruolo del governo non può essere secondario. Bisogna mettere in campo tutte le misure necessarie per salvaguardare quella che è storicamente l’autonomia anche dell’Istituto di previdenza dei giornalisti italiani».
Al presidente dell’Assostampa Puglia, Bepi Martellotta, il compito di fotografare la situazione sul territorio. «È stato un 2020 da dimenticare – dice – nel quale molti colleghi hanno patito difficoltà dal punto di vista reddituale. Ci sono in questo momento una ventina di testate editoriali in Puglia che hanno chiesto l’accesso alla cassa integrazione Covid e per fortuna, a causa del blocco dei licenziamenti, non hanno adottato altre strade. Ricordo la grande crisi che ha vissuto la Gazzetta del Mezzogiorno, che ha trovato un’ancora di salvataggio fino al 31 luglio del 2021, e le tante situazioni di crisi che stanno vivendo in questo momento tutte le testate, le emittenti televisive alle quali i flussi di cassa ovviamente si sono ridotti con il calo della pubblicità e i giornali che, pur essendo usciti regolarmente in edicola, nonostante le chiusure e il lockdown adottati in tutto il Paese, stanno soffrendo particolarmente a causa di un calo complessivo del reddito. Auguriamoci che il 2021 sia davvero un anno di ripresa per tutti».