La Federazione nazionale della Stampa italiana e l’Associazione della Stampa di Puglia esprimono solidarietà al collega Massimiliano Scagliarini, della Gazzetta del Mezzogiorno, destinatario di un decreto di consegna e di perquisizione personale e locale disposto dalla Procura della Repubblica di Bari, nell’ambito di indagini che coinvolgono il presidente della Regione, Michele Emiliano. La Procura della Repubblica ha effettuato una copia dei file e dei dati contenuti nel telefono cellulare del collega Scagliarini, nel tentativo di risalire ai responsabili della fuga di notizie che consentì al presidente Emiliano di venire a conoscere di un’indagine sul suo conto, prima della notifica dell’avviso di garanzia. Disporre perquisizioni e sequestri degli strumenti di lavoro di un giornalista – che tra l’altro non ha mai scritto di questa vicenda prima della notifica al presidente della Regione – al solo fine di scoprire chi gli ha rivelato una notizia, è una pratica da condannare perché – come più volte ribadito dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani – rappresenta un attacco alla segretezza delle fonti dei giornalisti. Non è compito dei cronisti tenere nascoste le notizie. Al contrario – sempre secondo la giurisprudenza della Cedu, spesso ignorata dagli inquirenti – i giornalisti sono tenuti a pubblicare tutte le notizie che hanno una rilevanza per l’opinione pubblica. Nessun dubbio che i cittadini avessero il diritto di sapere che il presidente della Regione Puglia era indagato. Che la notizia fosse ancora coperta da segreto nulla rileva ai fini della pubblicazione. Se fuga di notizie c’è stata, gli inquirenti dovrebbero cercare il responsabile o i responsabili altrove, magari negli stessi uffici della Procura, lasciando perdere perquisizioni e sequestri a carico dei giornalisti che – è ancora la Cedu a dirlo – rappresentano un attacco al diritto di cronaca e al diritto dei cittadini ad essere informati.