La Giunta esecutiva della Federazione nazionale della Stampa italiana, riunita a Roma il 24 maggio con la Consulta delle Associazioni regionali di Stampa, esprime «forte preoccupazione per le vertenze in atto a livello nazionale, le quali palesano la volontà degli editori di intraprendere azioni volte a precarizzare in maniera strutturale l’informazione». È quanto si legge in un documento approvato dai rappresentanti dei giornalisti italiani.
«Di fronte alla crisi perdurante del settore – proseguono Giunta e Associazioni regionali –, la risposta delle aziende nell’era digitale alla domanda crescente di informazione è quella del taglio del costo del lavoro senza una strategia di reale rilancio e di investimenti mirati». Una situazione che coinvolge la categoria sia dentro che fuori dalle redazioni.
«Nelle redazioni – rilevano Giunta e Ars – piante organiche ridotte all’osso con giornalisti esautorati dalla scrittura, incatenati al desk, costretti a turni dilatati oltremodo sia per l’appesantimento dei carichi di lavoro sia per l’assorbimento anche delle assenze per corte, ferie e malattie, con retribuzioni sempre più impoverite da forfettizzazioni imposte. Fuori le redazioni, giornalisti sottopagati e sfruttati, ai quali spesso e volentieri vengono appaltati settori strategici del lavoro redazionale, i quali non hanno alcuna tutela e nemmeno la speranza di un futuro occupazionale, il cui contributo per la fattura del giornale diventa sempre più determinante».
Un modello produttivo e organizzativo, conclude il documento, che «va respinto con forza e senza alcuna esitazione mettendo al centro della politica e della lotta sindacale il lavoro regolare pagato in maniera dignitosa, il sistema di welfare, la qualità dell’informazione. Solo così si dà un futuro alla professione giornalistica, garantendo il dovere di informare e il diritto dei cittadini a essere informati in maniera corretta, quale fondamento irrinunciabile per la crescita democratica di un Paese civile».