Ordine, la "sanatoria" dei pubblicisti che alimenta illusioni e precariato

La delibera approvata dall’Ordine dei Giornalisti che ammette all’esame professionale i pubblicisti – a prescindere da quanto sia il loro guadagno annuale derivante da attività giornalistica – rappresenta uno degli ultimi atti da fine impero di un Ordine sempre piu’ inutile e fuori dalla realta’.

E’ una decisione strumentale e assunta nonostante il parere contrario di molti presidenti regionali, ma é anche un atto che gioca sulla pelle degli stessi colleghi, alimentando illusioni e precariato, una sanatoria utile solo agli editori e costruita contro le scuole di giornalismo, ma con un chiaro (e non nuovo) intento elettoralistico alla vigilia del rinnovo del consiglio dell’Ordine.

Si tratta di una decisione demagogica, che allontana anche le piu’ lodevoli intenzioni riformatrici, rafforzando invece l’idea che meglio sarebbe azzerare e rifondare l’Ordine dei Giornalisti in modo snello per cancellare un’istituzione pletorica e finalizzata solo al mantenimento di una struttura che replica se stessa. Di questo tipo di Ordine francamente non sentiamo il bisogno.

Il Coordinamento delle Associazioni regionali di Stampa per un sindacato di servizio di Veneto, Liguria, Trentino Alto Adige, Val d’Aosta, Puglia, Basilicata e Molise