Misure di rilancio dell’occupazione nel settore editoria, riforma della legge 416/81 e ripresa della legge sull’equo compenso del 2012 basando sulle liquidazioni giudiziarie le remunerazioni dei giornalisti precari. Questi i principali punti della piattaforma consegnata dall’Associazione della Stampa di Puglia e dall’Ordine dei giornalisti al prefetto di Bari, Antonia Bellomo, nell’ambito della mobilitazione che si è tenuta oggi in piazza Libertà in contemporanea con i sit-in nelle principali piazze italiane convocati dalla Fnsi.
Il sindacato, con i flash mob tenuti davanti alle Prefetture, intende sollecitare il governo ad abolire i contratti co.co.co., a riformare il sistema delle provvidenze pubbliche in favore di tv e giornali in cooperativa, ad avviare una seria riforma della Rai che ne garantisca l’indipendenza dai pubblici poteri e a rivedere i criteri sui pre-pensionamenti dei giornalisti. Alla manifestazione pugliese, convocata dal presidente Assostampa Bepi Martellotta, hanno partecipato il presidente dell’Ordine Piero Ricci e i segretari generali della Cgil e della Uil, Pino Gesmundo e Franco Busto, insieme a Valentina Donno della segreteria Cisl Puglia.
Tra le richieste consegnate al prefetto, l’abrogazione della pena detentiva per i cronisti, su cui pende da un anno la sentenza della Corte Costituzionale oggi in scadenza e nelle mani dell’attuale Parlamento, oltre alle norme di contrasto alle cosiddette querele bavaglio e di tutela del segreto professionale. “Domani si festeggia la Repubblica, ma nella nostra democrazia c’è un vulnus profondo – ha detto Martellotta – l’informazione non è libera perché è travolta dal precariato dilagante, dalle pressioni dai poteri politici ed economici e dalla criminalità, assoggettata alla progressiva espulsione dal mercato del lavoro di giornalisti e alla crisi strutturale delle aziende editoriali, succubi dell’on line, dei global player di internet e della totale mancanza di controllo del copyright”. Il prefetto Antonia Bellomo ha condiviso le preoccupazioni che provengono dal settore e si è impegnata a consegnare al Ministero dell’Interno le istanze elencate nel documento.
In Puglia il 20% dei 4.500 giornalisti iscritti all’Ordine è precario. Il dato è stato fornito dal presidente dell’Ordine, Ricci, secondo il quale “vogliono accontentarci con una formuletta che si chiama transizione digitale – dice – ma deve esserci anche una transizione retributiva. Non si può scaricare sui rider dell’informazione un lavoro delicatissimo che invece deve essere adeguatamente garantito e retribuito”. “Nell’ambito del Pnrr – hanno spiegato anche Cgil, Cisl e Uil – va messo al centro dell’agenda il lavoro. La libertà di informazione è un pezzo importante della nostra Costituzione e del nostro Paese ma ciò che manca ancora nell’agenda di Governo è il rilancio dell’occupazione, a maggior ragione in un settore delicato qual è l’informazione”.
Nell’ultimo anno, durante la pandemia, centinaia di giornalisti precari in tutta Italia hanno garantito che il diritto all’informazione non si fermasse. “Ogni giorno i quotidiani sono andati in edicola – ha aggiunto Martellotta – grazie al lavoro di cronisti pagati ora 3 ora 7 euro a pezzo. Questo sistema, che sta affossando anche le casse dell’Inpgi (l’Istituto di previdenza dei giornalisti) così com’è non può reggere. Ci auguriamo che il 2 giugno non sia solo la Festa della Repubblica ma l’inizio di una ripartenza vera nel segno della Costituzione, una battaglia di tutti a tutela del diritto di cronaca e del diritto dei cittadini ad essere adeguatamente informati”.