Il tema delle ripercussioni sul diritto di cronaca della norma che recepisce in Italia la direttiva europea sulla presunzione di non colpevolezza è stato al centro di un corso di formazione organizzato a Foggia, nella sala del consiglio di Palazzo Dogana, venerdì 24 giugno 2022, dall’Associazione della Stampa di Puglia.
Fra i relatori, insieme con Angela Procaccino (docente di Diritto processuale penale), Roberta Bray (sostituto Procuratore della Repubblica/presidente sezione Anm Foggia), Fabrizio Cangelli (giuslavorista esperto in Diritto del Lavoro) e Bepi Martellotta (presidente del sindacato regionale dei giornalisti), anche il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso.
Il decreto sulla presunzione d’innocenza – questo il nodo – rischia di connotarsi come un bavaglio alla stampa in un contesto in cui norme a garanzia del diritto a non essere indicati come colpevoli prima del definitivo pronunciamento della giustizia esistono già e tenuto conto che i nuovi oneri posti a carico dei procuratori dal decreto di recepimento della direttiva potrebbero portare a non divulgare in maniera tempestiva e completa anche fatti di rilevanza sociale e di pubblico interesse.
«È il livello di democrazia in questo Paese ad essere messo in discussione, dal momento che ridurre gli spazi per chi deve legittimamente esercitare il diritto di cronaca significa impedire sempre più ai cittadini di conoscere e di partecipare e quindi, di conseguenza, impoverire la democrazia», ha osservato a margine dell’incontro il segretario generale Lorusso, che ha anche ventilato l’ipotesi di sollevare un’eccezione di incostituzionalità rispetto ad una «norma controversa» che in Italia «rischia di mettere la stampa in condizioni di non nuocere», limitando la libertà di espressione e il diritto dei cittadini di essere informati.
Sempre venerdì, intanto, è stato restituito al giornalista Francesco Pesante, direttore della testata d’informazione online ‘L’Immediato’ di Foggia, il telefono cellulare che gli agenti della Squadra mobile avevano sequestrato due giorni prima, mercoledì 22, nell’ambito delle indagini sulla divulgazione di un video, registrato dalle telecamere di sicurezza del carcere di Foggia, sulle fasi di un omicidio compiuto il 17 maggio. Sequestro contro il quale si era subito mosso il sindacato.