Vito Fatiguso è il nuovo presidente dell’Associazione della stampa di Puglia. E’ stato eletto dal nono congresso regionale che si è riunito oggi a Bari. Cronista del Corriere del Mezzogiorno, 49 anni, Fatiguso è da tempo impegnato nel sindacato dei giornalisti in cui ha rivestito l’incarico di vicepresidente. Fatiguso succede a Bepi Martellotta che ha guidato l’Assostampa di Puglia per due mandati
Il congresso ha discusso ampiamente di precariato, delle sfide legate all’intelligenza artificiale, e della necessità di intervenire per arginare la crisi del mondo dell’editoria pugliese, approvando all’unamimità una mozione su questi temi
Vicepresidenti dell’Assostampa sono stati eletti Antonello Cassano (professionali) e Mariateresa Amoruso (collaboratori). Nel consiglio direttivo sono stati eletti, tra i professionali, Donatella Azzone, Vincenzo Chiumarulo, Giovanni Longo, Rosalia Marcantonio, Isabella Maselli, Marco Seclì, Floriana Tolve; tra i collaboratori Luciana Doronzo e Antonello Piccolo. Nel direttivo sono stati eletti dalle delegazioni, per i professionali Giampaolo Balsamo, Michele Frallonardo, Raffaele Lorusso, Emanuela Villani e Gianni Svaldi; per i collaboratori Ruben Rotundo e Mariapia Romano
I segretari provinciali eletti sono: Federica Marangio (Brindisi), Valentina Murrieri (Lecce), Massimo D’Onofrio (Taranto), Nino Bruno (Foggia), Aldo Losito (Bat)
Il collegio dei revisori dei conti sarà composto da: Maria Teresa D’Arenzo, Tiziana Fabbiano, Michele Fortunato, Andrea Tedeschi per i professionali; Luigi Colomba per i collaboratori
Il collegio dei probiviri sarà composto da Angela Balenzano, Valeria D’Autilia, Antonio Di Giacomo, Teresa Fabbricatore per i professionali; Pinuccio Pomo per i collaboratori
Di seguito la Mozione congressuale approvata all’unanimità
Il IX Congresso dell’Associazione della Stampa di Puglia, riunito a Bari, approva la relazione del presidente Bepi Martellotta.
L’informazione attraversa una fase di profondo cambiamento. L’intelligenza artificiale è l’ultima insidia, ma soltanto in ordine di tempo, per la professione giornalistica, che da più di un decennio sta pagando prezzi altissimi alla transizione digitale. I mezzi tradizionali – carta stampata, tv e radio – continuano a perdere importanti quote di mercato, anche sotto il profilo della raccolta pubblicitaria. L’area del lavoro subordinato si riduce sempre più, con l’aumento esponenziale del lavoro povero, precario e irregolare. In Italia, inoltre, l’informazione è da tempo sotto attacco. Da più parti si cerca di minare la credibilità dei giornalisti. Provvedimenti legislativi puntano a rendere sempre più difficile il giornalismo di inchiesta. Querele e azioni giudiziarie senza alcun fondamento sono diventate lo strumento più utilizzato per intimidire i giornalisti e impedire loro di informare correttamente i cittadini. Preoccupano i tentativi sempre più frequenti, anche e soprattutto da parte di esponenti del mondo politico e del governo, di delegittimare il lavoro dei giornalisti con attacchi personali o esponendoli alla pubblica gogna per renderli facili bersagli di insulti o di azioni violente. La libertà e il pluralismo dell’informazione vanno difesi e salvaguardati in ogni sede perché sono i capisaldi della democrazia liberale. Vanno per questo respinti gli attacchi alla libertà di espressione e al lavoro dei giornalisti da qualsiasi parte provengano. È per questo auspicabile che i principi sanciti nel Media Freedom Act, recentemente approvato dal Parlamento europeo, vengano al più presto recepiti nell’ordinamento italiano. È necessario mettere a punto leggi che salvaguardino l’autonomia e l’indipendenza delle testate e dei giornalisti, a cominciare dal servizio pubblico radiotelevisivo, che non può continuare a essere il bottino di guerra dei governi di turno, per finire a tutte le altre realtà dell’informazione italiana. È altresì necessario dare piena applicazione alla direttiva europea sul diritto d’autore per consentire alle aziende editoriali di recuperare le risorse che vengono loro sottratte dai grandi player della rete, sempre più monopolisti nel mercato della raccolta pubblicitaria, attraverso la pubblicazione di notizie e servizi realizzati da quotidiani e tv. I giornalisti devono, inoltre, affrontare la sfida dell’intelligenza artificiale. Bisogna imparare a usare i chatbot senza farsi usare. Spetta ai giornalisti fissare i paletti per regolare l’introduzione delle nuove tecnologie nel lavoro redazionale, salvaguardando la centralità del lavoro delle persone rispetto alle cosiddette protesi intelligenti. Su questi aspetti si gioca il futuro della professione ed è per questo necessario che giornalisti ed editori mettano questi temi al centro del negoziato per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, che affronti anche il tema dell’inclusione nel perimetro del lavoro redazionale dei troppi colleghi precari, attraverso la cancellazione di quelle forme di inquadramento pensate per aggirare la legge e il contratto stesso.
I giornalisti pugliesi vogliono continuare a essere protagonisti delle battaglie per i diritti e per la libertà in sede locale e nazionale, al fianco della Federazione nazionale della Stampa italiana. Anche in Puglia, a fronte del proliferare di iniziative editoriali, il lavoro giornalistico è sempre più precario. La lunga vertenza della Gazzetta del Mezzogiorno è la dimostrazione evidente di quanto la stampa e l’informazione in generale corrano il rischio di un pesante ridimensionamento. L’Associazione della Stampa dovrà continuare a seguire la vertenza dello storico quotidiano della Puglia e della Basilicata, così come tutte le altre vertenze, cercando di favorire il rientro al lavoro dei colleghi attualmente in cig a zero ore e di evitarne con ogni mezzo i licenziamenti. Il sindacato dei giornalisti, in questa regione, deve moltiplicare gli sforzi per allargare la base associativa: la creazione di un fronte compatto fra tutti coloro che fanno informazione è la premessa indispensabile per portare avanti le azioni in difesa del lavoro e della dignità della professione. Il contrasto al lavoro irregolare, la reazione a qualsiasi tentativo di condizionamento e di intimidazione, soprattutto da parte della politica, la difesa dei diritti fondamentali, dal diritto ad un’equa retribuzione al diritto di sciopero, devono continuare a contraddistinguere l’azione dell’Associazione.
È altresì fondamentale avviare un dialogo serrato con tutte le realtà del giornalismo pugliese. Il gruppo dirigente che sarà eletto dal Congresso dovrà ascoltare le redazioni, siano esse della carta stampata, della tv, degli uffici stampa o dei siti online, i cui organici sono ridotti sempre più all’osso, e intercettare i colleghi freelance e precari, facendosi carico delle loro necessità. Da questo punto di vista, bisognerà rendere sempre più ampia l’offerta di servizi, anche attraverso la messa a punto di apposite convenzioni. La fattiva collaborazione con l’Ordine, con l’Inpgi e con la Casagit dovrà continuare a essere l’elemento distintivo dell’azione del gruppo dirigente. Il passaggio all’Inps della contribuzione dei giornalisti lavoratori subordinati e della gestione pensionistica richiede la messa a punto di specifici accordi con strutture di patronato per garantire agli iscritti il diritto di accesso ad un serie di servizi, così come avviene per le altre categorie di lavoratori iscritti al Fondo pensione lavoratori dipendenti dell’Inps.
Nel ringraziare Bepi Martellotta, che lascia la presidenza dell’Associazione al termine del suo secondo mandato, il Congresso indica il collega Vito Fatiguso, vicepresidente uscente, alla carica di presidente, riconoscendogli l’esperienza e le capacità necessarie per guidare il rinnovato gruppo dirigente nelle sfide nuove e sempre più impegnative che attendono la professione e il sindacato dei giornalisti.
Bari, 11 maggio 2024