La legge istitutiva dell’Ordine dei giornalisti prevede che per svolgere la professione di giornalista si debba essere iscritti presso l’apposito Ordine professionale. Solo gli iscritti all’ordine hanno poi facoltà di iscriversi al sindacato e agli organismi di categoria, come Inpgi e Casagit.
L’iscrizione all’ordine professionale è dunque il presupposto perché il lavoratore autonomo possa anche giuridicamente definirsi giornalista e avere la possibilità di accedere ai fondi e finanziamenti, diretti e indiretti, gestiti dall’Unione europea.
Programmazione Ue 2014-2020
Con il nuovo ciclo di programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali, infatti, anche i professionisti iscritti agli ordini professionali, al pari delle piccole e medie imprese, possono accedere ai bandi comunitari al fine di promuovere la ricerca, lo sviluppo tecnologico e innovazione e la competitività del sistema professionale.
Da questo punto di vista il 2014 è stato un anno di svolta per i liberi professionisti (iscritti a qualsiasi albo professionale) prima esclusi dalla possibilità di accedere al vasto panorama di programmi e progetti in ultima istanza finanziati dall’Unione europea. Anche se ancora adesso, in alcune regioni più che in altre, permangono alcune difficoltà di accesso, legate in primo luogo al modo in cui le amministrazioni regionali redigono i bandi.
Riconoscendo le potenzialità imprenditoriali dei liberi professionisti, l’Unione europea ha inteso favorire lo sviluppo delle piccole società che offrono servizi professionali che diventano potenziali beneficiari dei fondi stanziati con i programmi Cosme e Horizon, ma anche del sottoprogramma Culture (programma Europa creativa) oltre che – nello specifico della professione giornalistica – delle previsioni di budget dedicate alle attività di comunicazione e “dissemination” di ogni programma e progetto varato dalla Ue, cui vanno ad aggiungersi le possibilità offerte dai progetti e programmi per il sostegno al credito e al reddito, per la formazione, nazionale e internazionale, e per la conciliazione vita-lavoro.
L’Europa diventa dunque la nuova frontiera per i liberi professionisti italiani, che saranno anche chiamati a confrontarsi – ad esempio nel contesto della partecipazione a bandi a valere sui finanziamenti diretti – con i colleghi di tutto il continente: la sfida è avvincente e tutta da costruire e per questo servono idee nuove e una solida preparazione.
Le principali occasioni arriveranno, ad ogni modo, dai territori e dai bandi regionali che traducono in azioni concrete le indicazioni inserite nei programmi operativi nazionale e regionali, dunque ancora una volta il rapporto con le (e il supporto delle) articolazioni territoriali del sindacato dei giornalisti potrà risultare una freccia in più all’arco del giornalista lavoratore autonomo.
Maggiori informazioni sono disponibili sul sito dell’Adepp, l’Associazione degli enti di previdenza dei professionisti cui aderiscono anche Inpgi e Casagit, o seguendo i siti internet delle istituzioni europee o le pubblicazioni online dedicate ai finanziamenti europei.
Nei focus allegati di seguito, invece, chi volesse approfondire l’argomento trova i documenti ufficiali che riguardano le nuove occasioni offerte ai liberi professionisti con la programmazione comunitaria e le guide ufficiali ai fondi europei previsti dalla programmazione 2014-2020.
Il Freg (Freelance rights expert group)
Sul fronte sindacale, infine, la Federazione europea dei giornalisti (Efj) cui aderisce anche la Fnsi, ha dato vita al Freelance rights expert group (Freg), il cui compito è difendere e promuovere i diritti dei freelance, con la consapevolezza che solo promuovendo i più alti standard di lavoro per i lavoratori autonomi si possono difendere i diritti e le condizioni di lavoro dei lavoratori dipendenti.
“Quello del giornalismo freelance – si legge sulla pagina dedicata dalla Efj al Freg – è un mondo molto variegato, anche a livello europeo. Il lavoro autonomo ormai non è più una forma “atipica” del lavoro: in molti Paesi la maggioranza dei giornalisti sono liberi professionisti, anche se in tanti preferirebbero il lavoro tradizionale ma sono costretti a fare i freelance o vengono inquadrati come lavoratori autonomi quando invece dovrebbero essere inquadrati come dipendenti, con quello che questo comporta in termini di retribuzioni, diritti, tutele e welfare. Molti altri giornalisti apprezzano invece la libertà, la varietà e la flessibilità del lavoro autonomo e sentono che è sempre più questo il modo naturale di lavoro per i giornalisti. La sfida del futuro dei freelance è un test per i sindacati dei giornalisti in Europa e in tutto il mondo. Contratti e tasse, formazione, diritto d’autore, standard professionali, modelli di finanziamento innovativi sono tutte questioni fondamentali per la comunità dei giornalisti freelance”.
Tra i punti qualificanti dell’azione del Freg e della Efj per i prossimi anni ci sono:
• Rilanciare la Carta dei diritti dei freelance e promuoverne i principi a livello nazionale ed europeo;
• Organizzare webinar e seminati su questioni importanti per i liberi professionisti europei;
• Studiare modelli di business e nuove modalità di finanziamento per il giornalismo freelance;
• Monitorare la legislazione UE relativa alla protezione delle condizioni di lavoro dei lavoratori autonomi, al diritto di organizzazione sindacale e al diritto anche per i liberi professionisti di fare contrattazione collettiva;
• Sostenere le organizzazioni professionali nella lotta per la parità dei diritti di tutti i giornalisti.
La pagina dedicata dalla Efj al Freg riporta infine, oltre ai riferimenti dei componenti del gruppo, anche i contatti e una nutrita sezione di notizie provenienti dai Paesi aderenti.
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